Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

 

 

LA ZAMPATA DEL GATTOPARDO DI S. CALLERI - ED. SCIALPI - EURO 16,00 - PRESENTAZIONE DI ALDO G. JATOSTI

 

 

 

 

COVER-GATTOPARDO.JPG

 

 

      LA ZAMPATA DEL GATTOPARDO. I LUOGHI DELL'ANIMA. SOLITUDINE E RICERCA INTERIORE IN GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA.  DI SALVATORE CALLERI,

presentazione di Aldo G. Jatosti*.

 

 

Intervento del Prof. Jatosti, in occasione dell'incontro di presentazione del libro di Salvatore Calleri, a cura dell'Istituto di Pubblicismo - Ed. Guido Scialpi Editore 2010 - che si è svolto a Frascati (Roma) presso la Sala degli specchi del Comune, il 15 dicembre 2010.

 

 

 

Ho accettato l'invito a presentare il libro, perché ne avevo sentito parlare (né mi era sconosciuto il suo autore) e perché era stato il comune amico Franco Giunta a chiedermi di farlo, anzi a Giunta, di professione scrittore a tempo pieno e qui presente, a dire il vero, avevo manifestato la mia sorpresa: perché proprio io e perché ad appena 6 giorni dall'evento. Così ho conosciuto questo signore che mi sta accanto (Salvatore Calleri ndr), che ha appena terminato di parlare da par suo, confermando in me il giudizio che mi aveva ispirato nel breve e succoso incontro di alcune sere fa. L'imbarazzo tuttavia, era rimasto, anzi aveva cambiato natura. Ora che possedevo il testo, di che cosa avrei parlato! di Giuseppe Tomasi tout court o dei suoi topoi, in primis la Solitudine, così come recita il sottotitolo del libro di Calleri? Insomma, era un po' la situazione di Giannino Stoppani, alias Gianburrasca allorché si trovò a poter fare manbassa delle leccornìe di una intera pasticceria: prima le meringhe o prima i cannoli alla siciliana? Decido: viaggerò sui due binari, approfittando degli scambi che essi presentano per consentirmi di gustare i pregi delle due opere.

Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa, visse appena 61 anni (1896 - 1957), ultimo discendente di un illustre casato in rovina che poteva vantare tra gli antenati sante e santi, cardinali, ambasciatori: tutti all'ombra dello stemma araldico del "Leopardo Illeonito".

Trascorse gli anni dell'infanzia, fino alla giovinezza, in un ambiente raffinato e mondano, fortemente legato al culto della tradizione e dell'eleganza. Tuttavia, egli, non si lasciò mai conquistare dal clima della Belle époque. I frequenti viaggi (in Sicilia, nel "continente", a Parigi, a Londra dove risiedeva suo zio e dove nel 1925 conobbe Alessandra Wolff - Stomersee, che sposerà nel 1932), contribuirono a fargli ricordare quel periodo come un'età dell'oro, il "paradiso perduto" come spesso lo definiva, anche se funestato da lutti in famiglia e da tragedie,  come il sisma del 1908.

Compì gli studi humanitatis, leggendo, anzi divorando casse di libri, soprattutto di letteratura. Ogni autore, si parla di "grandi", lo affascinò e gli lasciò qualcosa. Amò la natura, la musica, la pittura. E' ragazzo quando Mahler muore lasciando incompiuta la sua 10ma sinfonia, Croce pubblica il Breviario di Estetica, D'Annunzio la Contemplazione della morte, Proust La strada di Swann, Freud "Totem e tabù", e Lee Master "L'antologia di Spoon River". Ha poco più di vent'anni allorché escono Il canzoniere di Saba, Sei personaggi in cerca d'autore, di Pirandello, La coscienza di Zeno di Svevo, La montagna incantata di Mann.

Quando nel 1932 a Riga, sposa Licy (questo il nomignolo affettuoso dato alla sua Alessandra) sono stati pubblicati Romanzo gitano di Lorca, L'amante di Lady Chatterly di Lawrence, Addio alle armi  e Fiesta di Hemingway, e L'opera da tre soldi di Brecht. Sono gli anni del Nobel a Grazia Deledda nel 1927, a Pirandello nel 1934. Nel frattempo l'Italia ha conosciuto sconvolgimenti politici (1924: potere assoluto del P.N.F.) guerre (di Libia, la 1ma guerra mondiale), la Conciliazione con la Santa Sede, mentre nel 1933 Hitler è nominato Cancelliere del Reich: è solo l'incipit di un lungo, tremendo, orribile periodo di inciviltà bestiale spacciato per "culto della razza" cui purtroppo, neanche il nostro Paese in nero saprà sottrarsi del tutto.

Escono in libreria Aspromonte di Alvaro Fontamara di Silone, L'uomo senza qualità di Musil, Sorelle Materassi di Palazzeschi, Tenera è la notte di Fitzgerald. Negli anni Trenta escono le poesie di  Cardarelli e Lavorare stanca di Pavese, la cultura dà l'addio a Deledda, Gorkij, Pirandello, Lorca, Campana. Poi sarà la volta di Gramsci. L'Italia è di nuovo in armi: Albania, Spagna, Etiopia (per cui riceve le sanzioni della Società delle Nazioni). E' il preludio della Seconda guerra mondiale. E' questione di momenti: nel 1938 Hitler si annette l'Austria e subito dopo i Sudeti. La cristianità ha nel 1939 un nuovo Papa, Eugenio Pacelli (Pio XII) e gli Stati Uniti un nuovo presidente: Roosvelt. La sanguinosa guerra terminerà con due bombe atomiche: la deflagrazione scuoterà le coscienze di tutto il mondo: dopo nulla sarà come "normale". L'Italia non è più governata dalla monarchia ma dal 1 gennaio 1948, è finalmente una Repubblica democratica.

Giuseppe Tomasi attraversa questo lungo, forse irripetibile periodo di fermenti ed eventi letterari ed artistici in senso lato. La sua esperienza impatta con Decadentismo, Futurismo, Dadaismo, Esistenzialismo, Surrealismo, Personalismo, Neorealismo, ne fa esperienza . Si  muove attraverso questi movimenti, incluso il periodo metafisico di De Chirico come camminando su quegli irripetibili pavimenti delle Basiliche romaniche eseguite dai marmorari romani Cosma o Vassalletto. Se potessi le sfioreresti appena per rispetto sia delle filigrane musive, sia dei tanti sepolcri. E comunque sei preso da un senso doloroso anche se vago di  tristezza al pari del brusco arresto del poema sinfonico Salomè di Richard Strauss. Lo scrittore siciliano si volge indietro e si accorge che tanti "titani" che gli avevano scaldato il cuore e la fantasia non ci sono più. Tutto ciò non può non far pensare al leit motif di dolore e infelicità presente in Giuseppe Tomasi, quasi contrappunto alla fedeltà della giovinezza e comunque  come presagio del dolore della solitudine a venire, del fascino e della desolazione presenti nel paesaggio dell'invisibile come del visibile. Questi come altri temi confluiscono e connotano nei Racconti, scritti tra l'estate del 1955 e la primavera del 1957, all'incirca contemporaneamente al Gattopardo (scritto tra la fine del '54 e la primavera del '57) al quale peraltro aveva cominciato  a por mano da almeno 20 anni. Come è noto il romanzo uscì l'anno successivo.

In due anni e mezzo sul piano interno, nel 1955 era uscito il primo numero dell'Espresso (direttore Arrigo Benedetti) ed era stato fondato il Partito Radicale da una trentina di consiglieri usciti dal P.L.I.

L'ENI pubblica un suo giornale "Il giorno" (direttore Gaetano Baldacci), Mike Bongiorno, a novembre, aveva trasmesso per la prima volta "Lascia o raddoppia". Viene pubblicato il Dottor Zivago di Pasternak (1957). Muore Gaetano Salvemini. Nella scena internazionale, c'è il XX congresso del PCUS nel quale Krusciov denuncia i crimini di Stalin (1951), provocando un effetto domino in quasi tutti i partiti comunisti (Nenni infatti dichiara esaurita l'intesa col PCI). Dopo che l'Unione Sovietica ha represso nel sangue la Rivoluzione d'Ungheria, oltre cento intellettuali e quadri del Partito lasciano il PCI. In Polonia viene liberato i Primate Wishinski. Un ultimo dolore per Giuseppe Tomasi: la morte di Arturo Toscanini. Questi gli avvenimenti che accompagnarono il "più celebre" scrittore postumo" della nostra letteratura.

La Zampata del Gattopardo di Salvatore Calleri

Venendo al signore che mi sta a fianco (Salvatore Calleri ndr) ho fatto ricorso alla memoria per una definizione ad hoc e mi pare di averla trovata nel X libro dell'Institutio Oratoria Quintiliano "Vir Bonus Dicende Peritus" cioè ricco di quell'Humanitas che talmente apprezzava in Cicerone da farne un modello. Quanto a Tito Livio, lo stesso Quintiliano così come si esprimeva: "Illa Livii Lactea Ubertis", praticamente fornito di una vena ristoratrice e feconda.

Non è piaggeria : credetemi lo conosco da appena sei giorni ma il suo libro mi ha spalancato un universo. E' difficile, molto difficile imbattersi in una preparazione come quella di Calleri: umanista, filologo, linguista, storico, letterato... A queste virtù ne associa un'altra: il rigore metodologico nello scegliere, verificare le fonti, metterle a confronto. A questo bagaglio professionale e deontologico, associa una lingua esperta, di lungo corso capace di superare ogni scoglio ed ogni secca. Lo stile è arioso, mai pedante, brioso ricco di un inventario lessicale di una dovizia ragguardevole che ha due pregi, oggi non troppo consueti: la comprensione e la scorrevolezza. Eccone un esempio: a pagina 114 es 1. - Sono i medesimi scorci, squarci, spicchi di panorama e di città che i "Racconti" condividono con il romanzo, assieme agli umori, alle sensazioni, alle sfumature, ai sentimenti. Calleri spiega in termini di "Io Freudiano" e "Autobiografismo" l' identificazione "Giuseppe Tomasi - Fabrizio di Salina" queste due colonne del "libro più amato" (Sondaggio del dicembre 2006 di La Repubblica) da collocare a fianco dei capolavori della letteratura mondiale (esempio 2 a pagina 100)

(Credo di aver riscontrato una sola inesattezza o almeno discordanza con le numerose fonti, anche ufficiali: la data del film di Visconti per tutti è 1962 mentre Calleri dice 1963 (a pagina 189).

Intervistato da Nello Ajello (L'Espresso 12 aprile 1954) Giorgio Bassani, che aveva pubblicato due anni prima Il Giardino dei Finzi Contini, disse: "Ha mai riflettuto sul fatto che il primo grande, fenomenale successo letterario del dopoguerra è stato un romanzo come Il Gattopardo? Dopo Tomasi di Lampedusa scrivere un romanzo è diventato più difficile, qui in Italia, nelle cui scuole non s'insegna nulla di ciò che rende cittadino un uomo nato in Inghilterra o in Francia . Il Gattopardo, ha assunto la funzione di un grande poema nazional popolare (...) Soltanto dei critici superficiali o evasivi potevano credere il motivo ispiratore del Gattopardo fosse il "senso della morte", che fossimo davanti a una specie di variante siciliana della "Morte a Venezia". In realtà il vero contenuto del Gattopardo è l'Italia e la sua storia...

In effetti, il separatismo letterario meridionale segnatamente siciliano, con Tomasi non ebbe più senso, con buona pace di tutti gli epigoni di Verga, incluso il Vittorini di Conversazione in Sicilia, che ritenne di associare al separatismo tout court quello della lingua nazionale, creando una sorta di separatismo ermetico.

E' pur vero che dello stesso parere di Bassani, dopo pochi giorni, non si dichiarò Alberto Moravia che non fu mai "splendido" nei confronti della scrittura letteraria di Tomasi di Lampedusa, perché gli rimproverava "Una non accentuata capacità poetica" . Trovò un'eco (e mi conforta) di questa mia annotazione a pagina 192 del testo calleriano (esempio 3 pagina 192). Da ciò discende che anche un "grande" può incorrere in qualche svista quando si lascia guidare esclusivamente da un'eccessiva e pervasiva ideologizzazione nel giudicare un "collega" che oltretutto non era fascista oppure (opino ad azzardo) Alberto Moravia si lasciò guidare dalla riflessione crociana che "in fondo si fa sempre la storia del presente". Giuseppe Tomasi conosceva benissimo i grandi romanzi inglesi e francesi, ma aveva maturato una prospettiva personale della letteratura europea contemporanea: lo attestano le sue lezioni di letteratura inglese, tenute a partire dal 1953 a un ridottissimo numero di studenti, nelle quali emergono un gusto ed un acume critico fuori del comune. Idem per la letteratura francese (le lezioni furono poi raccolte e pubblicate da Mondadori nel 1995 a cura di Nicoletta Polo e prefazione di Gioacchino Lanza Tomasi). Nella sua profondissima conoscenza della letteratura nuova un raffinatissimo  orizzonte classico: questo patrimonio di saperi conferisce alle sue pagine, in talune   segretamente - un invitante intreccio di motivi apollinei e dionisiaci. Con buona pace di Moravia, il Nostro costruì il suo romanzo adottando una squisita procedura narrativa basata sulla perfetta armonia delle strutture, sul millimetrico incastro di ricordi personali, di immagini allegoriche, di intelligente possesso del repertorio storiografico. La definizione del romanzo storico attribuita al Gattopardo fu certamente affrettata, essendo i fini intrinseci letterari e artificiosi i piani narrativi su cui si dipanano gli avvenimenti. La componente storica è pura "finzione" in ossequio al congegno narrativo ottocentesco, massimamente stendhaliano. Il suo modello narrativo fu Le rouge et le noir. Ecco un pensiero di Giuseppe Tomasi tratto da Tre autori dell'Ottocento (in Opere): "la durata delle azioni veramente narrate è minore del tempo di lettura, e da ciò deriva la necessità di spronare l'espressione, la quale si svolge davvero come un galoppo di cavalli veri".

Mi avvio a concludere complimentandomi ancora con il professor Calleri per il suo pregevole lavoro. Nel consegnarmi questa copia, lo scorso 9 dicembre, stava per scrivermi la dedica.  Gli ho risposto: lo farà dopo la mia presentazione, se ne sarà rimasto soddisfatto. Mi auguro che la copia che mi riporterò a casa stasera contenga una dedica. Mi accomiato leggendo un'altra pagina di La zampata del Gattopardo: ha la valenza di stima per il suo autore, per il suo stile, e di omaggio alla sicilianità. Il brano, infatti, è un quadro della capitale della Trinacria: "pag. 114 es. 4". 

Frascati (Roma) 15 dicembre 2010

 

 

IL BLOG 

 

ATTUALITA' 

 

LIBRI NOTIZIE AGGIORNAMENTI

 

 


 

 

 


Tag(s) : #l'angolo di Aldo Jatosti- libri - letteratura - arte
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: