Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

INTERVISTE E ARTICOLI - JIM MORRISON 

INTERVISTA A SABINO CARONIA AUTORE DEL LIBRO "MORTE DI UN CITTADINO AMERICANO. JIM MORRISON A PARIGI" ED. EDILETlink         

CONTATTI info_libri@virgilio.it

 

new jim cover 

 

 

 

 

MORTE DI UN CITTADINO AMERICANO. JIM MORRISON A PARIGI. - SABINO CARONIA - ED. EDILET Roma – EURO 12,00 WWW.EDILET.IT

 


“1° marzo 1969, Dinner Key Auditorium, Miami”, è da quel concerto che prendono avvio le pratiche del processo a Jim Morrison. Un processo kafkiano, cioè più interno che esterno, come risulta dal proposito più volte dichiarato dallo stesso Jim di scrivere un libro sul processo che fosse insieme diario e autobiografia. È nelle more di quel processo che Jim giunge a Parigi, sulle orme del prediletto Rimbaud, alla ricerca di un’impossibile rinascita, com’è detto in quel brano inedito che è intitolato significativamente Paris blues. Anno fatidico per Jim, il 1969. A maggio legge in pubblico quel suo poema-testamento che è intitolato An American Prayer. Quando il 3 luglio, due anni esatti prima della sua morte, muore Brian Jones, leader dei Rolling Stones, gli dedica un’ode alla maniera di Keats. È in questo suggestivo scenario e a partire dagli interrogativi che a questa vicenda sono legati che prende l’avvio il presente volume. È il racconto di una passeggiata al chiaro di luna da cui l’autore è invitato a riflettere, quasi a voler tentare l’impossibile impresa di scrivere lui quel libro sul processo che Jim non scrisse. Osserva Renato Minore in una sua testimonianza privata indirizzata all’autore: «La passeggiata parigina è l’occasione per un lungo viaggio dentro il mondo di Jim Morrison e il tuo, una specie d’itinerario speculare, di piccolo vademecum dell’anima. Come una quête in cui il doppio obiettivo (tra segni, indizi, ricordi che si sovrappongono) porta alla disseminazione di ogni possibile approdo, al senso di una ricerca comunque aperta, una vera scommessa conoscitiva. Funziona bene tutta l’inchiesta su Morrison, dentro i misteri di quegli ultimi giorni, e funziona bene quella bonne distance che lentamente si assottiglia, fino alla sovrapposizione, quel buio prenatale (belle le ultime pagine) che sembra l’origine dell’impossibile inseguimento del mito, ombra luce ombra… e in queste pagine c’è, credo, il modo, il tratto stilistico con cui raccontare questa storia di specchi e di camuffamenti, quel tratto di narrazione sospesa, racconto e riflessione anche critica, che è il tuo passo di narratore».

 

 

SABINO CARONIA critico letterario e scrittore, ha pubblicato le raccolte di saggi novecenteschi L'usignolo di Orfeo (Sciascia editore, 1990) e Il gelsomino d’Arabia (Bulzoni, 2000) ed ha curato i volumi Il lume dei due occhi. G.Dessì, biografia e letteratura per le edizioni Periferia e Licy e il Gattopardo per le Edizioni Associate, recentemente ristampato. Ha lavorato presso la cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Perugia e ha collaborato con l’Università di Tor Vergata, con cui ha pubblicato tra l’altro Gli specchi di Borges (Universitalia, 2000), raccolta delle conferenze-saggi tenute durante un corso di scrittura per giovani laureati.

Nato à Roma, è membro dell'Istituto di Studi Romani e del Centro Studi G. G. Belli. Autore di numerosi profili di narratori italiani del Novecento per la Letteratura Italiana Contemporanea (Lucarini editore), collabora ad autorevoli riviste, e ad alcuni giornali, tra cui «L’Osservatore Romano» e «La Nuova Sardegna».

Ha pubblicato racconti e poesie in diverse riviste. Nel 2008 ha pubblicato con Schena Editore il romanzo L'ultima estate di Moro.

 

 

 

 

INTERVISTA ALL'AUTORE DEL LIBRO PROFESSOR SABINO CARONIA

 

Roma 4 dicembre 2011

 

Elisabetta Bernardini

su twitter @infolibri     @newbookstore - novitainlibreria

 

 

D) Professor Caronia, nel presente libro lei si cimenta in una narrazione che riguarda uno fra i più carismatici artisti rock della scena mondiale degli anni Sessanta, Jim Morrison, leader della storica band The Doors e, ancora oggi, a quarant'anni dalla scomparsa, mito e icona per migliaia di persone appassionate di questo genere musicale, ma anche poeta e figura rilevante nella storia americana del XX secolo , per innumerevoli intellettuali e studiosi.               Dopo tanti anni dedicati all'attività di studioso e critico letterario, nonché di scrittore, come nasce questa sua nuova opera letteraria?

 

 

R) Il libro s’ispira a un momento storico ben preciso e parte dal giorno in cui prendono avvio le procedure per il processo contro Jim Morrison a seguito di un concerto a Miami in cui, secondo l’accusa, la rock star mette in atto atteggiamenti pornografici. Dall'inizio del processo il volume arriva fino alla morte dell’artista, avvenuta a Parigi il 3 luglio 1971, e possiamo riassumerlo come un viaggio psicologico, interno alla figura di Morrison e che si sviluppa tutto intorno alla vicenda che lo coinvolge. Il processo ingiusto, kafkiano come lo stesso Morrison definisce ciò che lo riguarda, diventa qui un processo interiore, e si snoda nei meandri psicologici della sua personalità. Via, via da processo esterno, si fa sempre più interno, sullo sfondo della cronaca dell’epoca…

 

 

 

D) Lo stesso Jim Morrison voleva scrivere un libro su questa sua personale vicenda…

 

R) Lui stesso voleva stilare un libro sulla vicenda, unitamente a un processo che fosse pure introspettivo, partendo dalle origini del mito del rock per arrivare all’uomo comune. Aveva pensato di fare un’analisi fra gli anni del mito rispetto a quelli della sua vita di uomo. Il tempo di prima e quello del poi, in un tentativo di liberarsi dall’immagine d’icona del rock che lo rappresentava per riappropriarsi dell'immagine di sé stesso. Jim voleva riappropriarsi di sé. Dal momento che lo stesso Morrison voleva farne un libro, era mia intenzione riprendere quel suo desiderio rimasto incompiuto a seguito della sua morte, entrare nella sua testa e… mettermi a scrivere al suo posto. Non una cosa semplice in quanto Jim Morrison intendeva fare un processo molto profondo, e che era sia interiore, guardando dentro sé stesso, e sia esteriore... In effetti dalle sbavature, nel mio libro, cosa inevitabile, emerge Sabino Caronia, in una verosimiglianza con Jim Morrison, e laddove non arriva la cronaca arriva l'autore. Il volume vuole mettere in sostanza in risalto il senso stesso della vita, di come si può affrontarla oggi come allora, non è cambiato praticamente nulla.

 

 

 

D) Sulla scena della letteratura del genere, innumerevoli sono le pubblicazioni dedicate a Jim Morrison, dall’anno della sua scomparsa, in che cosa si differenzia la sua opera, che cosa rappresenta questo suo libro?

 

 

R) Il mio libro è qualcosa di diverso rispetto a quanto si è pubblicato finora sul tema. In realtà mette in risalto un’esperienza, quella vissuta da Jim Morrison, che rientra in un’epoca che è la stessa di un’intera generazione. Qui quell’epoca è rivissuta attraverso l'esperienza di ognuno di noi. Io stesso, come autore del libro, mi sono servito di Jim Morrison per ritornare a quel tempo, sul finire degli anni Sessanta.

 

 

D) Ritornando allo scandaloso concerto di Miami, 1 marzo 1969 al Dinner Key Auditorium, e a proposito di quel processo, che ha rappresentato per lei uno spunto importante per avviare la stesura del romanzo sul leader de i Doors, oggi Jim è stato riabilitato pienamente nello Stato della Florida, e riconosciuto non colpevole...

 

 

R) Mentre il giudice che voleva processarlo, è stato condannato per corruzione...  di fatto non c’è foto, non c’è documento filmato che attesti la sua colpevolezza: il gesto incriminato nello “scandaloso concerto di Miami” non fu altro che una simulazione, ma non c’era alcun elemento riconducibile a pornografia, come sosteneva l’accusa… Un discorso questo che ci porta a fare una considerazione sulla magistratura, quella degli Stati Uniti, diversa dalla nostra. Negli States la magistratura è di natura politica, ai tempi del processo a Morrison il presidente era Nixon, e sappiamo quanto Morrison fosse contrario alla politica di Nixon, in particolare proprio alla guerra del Vietnam, ma non è neppure una questione di ordine politico. Jim era un vero artista e gli importava solo dell'arte ma non era interessato alla politica, non amava Nixon per via dei suoi numerosi errori politici, a cominciare dalla guerra in Vietnam... ma un magistrato può svolgere bene il proprio lavoro e il proprio dovere nella giustizia a prescindere dal colore politico che veste. Jim fu accusato da un magistrato di per sé corrotto. Ma per Morrison il potere era racchiuso nella musica, la sua visione del mondo era puramente utopica. Credeva nel potere dell’arte e nella libertà dell’artista.

 

 

 

D) Può aiutarci il suo libro a comprendere meglio questa figura enigmatica di uomo e di mito che a tutt'oggi rappresenta comunque un mistero per molti, addirittura per i suoi compagni di vita e di lavoro, per coloro che lo hanno conosciuto. Lo stesso Ray Manzarek, tastierista de i Doors, ancora oggi rilascia interviste dove afferma che Jim è vivo....

 

 

R) Il mio libro offre la ricerca di un percorso che ci porta a conoscere Jim dal profondo e che rivela un messaggio positivo della sua vita, non distruttivo. Non a caso Morrison amava definirsi come "re lucertola" e usava questa figura come rappresentativa di se stesso, in quanto simbolo di rinascita, al contrario di un aspetto esteriore apparentemente distruttivo.  Jim era innanzitutto un grande innovatore. "King Lizard" racchiude in sè un ricco significato metaforico associato a un animale primordiale, capace di resistere nel tempo, prima e dopo il diluvio, e di rigenerarsi: una metafora cara anche a Nietszche, la coda di questo piccolo rettile è in grado di ricrescere....

 

 

D) Sappiamo che Jim Morrison era dotato anche di una certa cultura, aveva studiato presso scuole prestigiose, in particolare frequentò la UCLA (Università della California a Los Angeles) ed ebbe fra i compagni di studio il celebre regista cinematografico F. Ford Coppola... inoltre tra le innumerevoli e preziose citazioni che si susseguono lungo il testo da lei firmato, figura pure Giuseppe Tomasi di Lampedusa nell'opera Lighea...

 

 

R) Le innumerevoli citazioni che si susseguono nel libro, sono riconducibili tutte a Jim Morrison, e rivelano quanto ci sia in comune fra me e lui. Alcune però, in particolare, mi sono tornate utili per capire come Sabino Caronia ha incontrato Jim Morrison. Ad esempio il riferimento a Kafka che lo stesso Morrison citava quando parlava di se stesso prendendo come esempio due opere dello scrittore di Praga, Il Processo, ovviamente, ma anche Lo straniero, bene, questi due libri hanno sempre rappresentato molto per Jim e anche per me… Ma addirittura Tomasi di Lampedusa, di cui sono appassionato studioso, che con la sua Lighea mi ha aperto gli occhi su quanto in comune vi fosse fra il Rocker statunitense e il nostro romanziere. L’amore per i libri tanto per fare un esempio, questi non rappresentano per entrambi un ostacolo da superare, ma una porta aperta su orizzonti più ampi attraverso cui allargare lo sguardo… Gli eroi di Jim Morrison erano gli scrittori e gli artisti. Jim amava tanto la letteratura, che stampava e pubblicava, a sue spese, non solo i suoi libri, ma anche quelli di altri autori che lui riteneva validi, come il poeta Kenneth Patchen. E’ importante sapere come Jim Morrison considerasse che la vera arte non fosse mai abbastanza stimata, mai come meritava di esserlo. Secondo lui i grandi poeti non erano mai tanto promossi quanto altri, più commerciali ma meno bravi eppure posti più in vista: questo è il gioco della comunicazione cui si era sempre ribellato...

 

 

D) Affascinante scoprire che due così grandi e celebrati artisti, appartenenti a epoche e culture diverse, Morrison e Tomasi Di Lampedusa, avessero delle qualità in comune, mi riferisco alla citazione della Lampedusiana Lighea…. Grazie per l’illuminazione che ci offre la sua ricerca…

 

 

R) Jim Morrison nemmeno conosceva, probabilmente, il nostro Tomasi Di Lampedusa… Tuttavia amava molto e si sentiva profondamente ispirato anche dalla cultura Celtica, una cultura cui apparteneva per discendenza, essendo di origini scozzesi e irlandesi… Numerose sono nel mio libro le citazioni appartenenti alla Letteratura Celtica a cominciare dall’opera “Viaggio per nave” che ritroviamo come fonte d’ispirazione della celebre canzone “Chrystal Ship” pura espressione di un viaggio psichedelico che lo porta oltre i limiti delle apparenze … Lo stesso viaggio che la Chriystal Ship fa prendere al sottoscritto ...

 

 

D) Comunque letteratura a parte, per affrontare questi viaggi psichedelici, si aiutava con le droghe, LSD, eroina, alcoolici....

 

R) La droga era allora un’esperienza di conoscenza e quindi i giovani, ma anche i meno giovani, ne facevano un uso conoscitivo, esperienziale, per aprire la mente. Morrison prendeva tuttavia le distanze dall’abuso di droghe… Perseguiva la propria strada nella vita dandosi delle regole. Passava attraverso la propria esperienza personale ma con delle regole ben chiare e precise, non con lo sballo…non amava la confusione. Quando andò a Parigi ci andò perché non ce la faceva più e voleva prendersi un periodo di riposo e meditazione…  Nelle sue canzoni, come il capolavoro “When the Music’s Over”, Jim esprime pienamente le sue origini di cristiano cattolico osservante. Non lasciava nulla al caso, aveva studiato, aveva acquisito un certo grado di cultura non solo attraverso la scuola, anche nell’ambito stesso della sua famiglia: il padre (recentemente scomparso) era militare di carriera, era un ammiraglio dell’esercito statunitense. D’altra parte è sempre vissuto in una società di alti ufficiali, un ambiente in cui è rinomata l’eleganza, ritenuta un obbligo, e questa ha aiutato Jim a crescere con delle regole, per quanto volesse cercare nuove esperienze di vita. Sapeva recitare, aveva fatto scuola di cinema, non poté fare il regista cinematografico perché non aveva capacità di sintesi, ma sapeva dare note di grande profondità alle sue interpretazioni, aveva delle spiccate capacità teatrali, efficace esempio in tal senso è la potente interpretazione di uno fra i più celebri brani dei Doors “Light my fire”, nondimeno “When the music’s over”.

 

 

 

D) Parliamo degli anni Sessanta e quella era un’epoca di grandi trasformazioni sociali, l’uso della droga come fenomeno esperienziale, la liberazione da certi tabù, come il sesso, di cui Morrison era un emblema, e il rock….

 

 

R) Il rock aveva la capacità di unificare il mondo intero, rompeva le barriere….

 

 

D) Anche quelle dell'età? Jim Morrison avrebbe compiuto 68 anni il prossimo 8 dicembre (nacque nel 1943) mentre lei ha qualche anno in meno rispetto a lui… Come ricorda quell’epoca in tal senso, e come vedeva Jim, cosa rappresentava per lei adolescente e, soprattutto, qui in Italia come veniva considerato?

 

 

R) Ancora oggi il Rock ha questo potere unificatore. Allora però significava molto la differenza di età. non è come oggi che pochi anni in più o in meno non dicono nulla dal punto di vista generazionale, mentre era rilevante la differenza di età fra i nati nel 1943, Jim Morrison, e i nati nel 1947, il sottoscritto.  Quattro anni  rappresentavano un abisso ai miei tempi, non oggi. Jim era molto più adulto rispetto a me che ero ancora un ragazzo inesperto, e certe problematiche che rappresentavano la cultura sociale sulla quale si muoveva Morrison non erano quelle della mia generazione… potevano far ridere addirittura… seppure gli anni di differenza di età, ripeto, fossero davvero pochi.  E poi sembra incredibile ma non lo è, durante il loro massimo fulgore i Doors negli Stati Uniti non erano così noti come si vorrebbe credere, nella stessa Los Angeles non tutti sapevano chi fosse questa band … In Italia ai suoi tempi, si parlò tanto di un concerto da tenersi a Roma e poi nulla di fatto proprio per via delle voci sulle scandalose vicende di Miami. Insomma i Doors oggi tanto acclamati non erano poi così noti, così in voga come si vorrebbe credere… appare strano a dirsi ma è così.

 

 

D) E’ dunque la morte che ha generato il mito di Jim Morrison trasformandolo in una sorta di figura angelica?

 

 

R) Recentemente la nota rivista musicale Rolling Stones, ha dedicato una copertina a Jim Morrison con una presentazione molto eloquente, riassunta in tre parole “Hot, sexy, and dead” “Caldo, sexy e morto”. Certo un brutto Mick Jagger, arrivato alla soglia dei settant’anni, invecchiato e rugoso, non regge il confronto con un Jim Morrison che ancora sopravvive come un bellissimo angelo della musica. E forse è davvero questa la forza del suo mito che resiste agli anni, aldilà del tempo…

 

 

 

300.JimMorrison.tg.111710

 

Jim Morrison  (James Douglas Morrison)

(Melbourne - Florida, 8 dic. 1943 - Parigi 3 lug. 1971) 

 

 

 

JIM-MORRISON-The+Doors

 

 

The Doors  http://www.youtube.com/watch?v=ivR-gXh1wws&feature=related

Da sinistra Ray Manzarek, John Densmore, Jim Morrison, Robby Krieger

 

Per creare i vostri siti web    

 

LETTURE 

 IL GATTOPARDO   leggi il primo capitolo 

IL GATTOPARDO   leggi il primo capitolo 

contatti info_libri@virgilio.it


Tag(s) : #interviste e articoli
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: