Overblog
Edit page Segui questo blog Administration + Create my blog

 

 

NOVITA' IN LIBRERIA     SITI WEB COMUNICAZIONE

 

ATTUALITA'

 

UN INVITO ALLA LETTURA

 

NOTIZIE

 

LIBRI NOTIZIE AGGIORNAMENTI APPROFONDIMENTI

 

 ATTUALITA' OTTOBRE 2013 LADANTE.IT 

 

 

 

 

 LOCANDINA-EGITTOLOGIA.jpg

 

 

 

 

 

 


 

OTTOBRE 2013 

LEV pubblica omelie di Bergoglio per festa nazionale argentina e per festa di San Gaetano

S’intitola Servire gli altri e presenta 13 omelie del cardinale Jorge Mario Bergoglio la nuova pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana, in coedizione con Jaca Book. Si tratta della raccolta delle omelie pronunciate dall’arcivescovo di Buenos Aires dal 1999 al 2004, durante le celebrazioni del 25 maggio (festa nazionale argentina, nell’anniversario della formazione del primo governo autonomo, quando l’Argentina raggiunse l’indipendenza, nel 1810), e di quelle dettate ogni 7 agosto, dal 1999 al 2005, per la festa di San Gaetano (una tradizione religiosa radicata nel popolo argentino che ogni anno, nella memoria liturgica di san Gaetano da Thiene, vede sfilare migliaia di fedeli davanti la statua del santo, nel santuario di San Cayetano, per baciare il vetro della nicchia che la contiene e farsi il segno della croce, chiedendo “pane e lavoro” per sé e per gli altri).

Queste omelie, oltre alla spiegazione del Vangelo, affrontano anche i problemi economici e sociali più drammatici sperimentati dal popolo argentino. “Presentiamo questi messaggi – annotano gli editori nell’introduzione al volume – con la certezza che le parole di questo pastore costituiscono una sapiente interpretazione dei segni dei tempi nella nostra cara nazione. Si tratta di un contributo che offre uno sguardo evangelico sulle complesse circostanze che dobbiamo affrontare come popolo”.

 

“Noi che esercitiamo una qualche autorità – sostiene Bergoglio in un passaggio – dobbiamo servire la comunità. Cediamo il protagonismo alla comunità, appoggiando e sostenendo quelli che si organizzano in vista dei suoi fini”. Si avrà così una “gioia partecipativa”, nella quale “si prepara una vera rivoluzione interiore e, nello stesso tempo, una trasformazione sociale che sfugge alle macromanipolazioni dei sistemi e delle strutture estranee alla genuina natura del popolo”. Ma a tal fine occorre “rinunciare al protagonismo futile; l’iniziativa di abbandonare le devastanti lotte intestine e la sete insaziabile di potere”.

 

Non mancano espressioni dure, come quando il cardinale parla di “suicidio sociale provocato da ogni filosofia e tecnica che espelle manodopera, che emargina la tenerezza dell’affetto familiare, che negozia i valori propri della dignità dell’uomo”; o di “agonia della mediocrità”, che è prolungata da una serie di atteggiamenti: “insediarsi nelle stanze del potere, impegnarsi nel negare i bisogni, non affrontare le contraddizioni e accentuare gli odi interni”. E ancora quando si riferisce a un popolo, quello argentino, che “non crede alle soluzioni menzognere e mediocri”, e che “si sta stancando della narcosi dello stordimento, del consumismo, dell’esibizionismo e degli annunci clamorosi”.

L’arcivescovo Bergoglio accusa poi la “mediocrità”, ritenendola “il miglior narcotico per schiavizzare i popoli” e si sofferma su quella che definisce “l’epoca del pensiero debole”, nella quale “non esitiamo a mettere sul candelabro la luce fatua di qualsiasi perversione, ravvivata giorno e notte dall’immagine e dall’informazione martellante; un fascino del voyeurismo dove tutto è permesso, dove il gusto del morboso, sottoposto a ben precise strategie di mercato, sembra ottundere i sensi e sommergerli nel nulla”, fino ad ottenere “un’identità artificiale, di cartone, imbellettata e utilitaristica”. E aggiunge poi che “una confusa cultura mediatica, resa volutamente mediocre, ci mantiene nell’incertezza del caos e dell’anomia (…). È il mondo dei falsi modelli e delle telenovelas. L’oppressione più sottile, allora, è quella della menzogna e dell’occultamento… sì: quella basata su molta informazione, un’informazione opaca e pertanto equivoca”. “Curiosamente – prosegue – abbiamo più informazione che mai e tuttavia non sappiamo che cosa succede. La sovrabbondante informazione globale, controllata, deformata, reinterpretata ingombra l’anima con dati e immagini, ma non esiste profondità nel sapere. Confonde il realismo con il morbo manipolatore e invasivo, contro il quale è attrezzato e che, nelle paralizzante perplessità, ottiene ritorni di propaganda. Lascia immagini disincarnate, senza speranza”.

 

Rivolto alla classe dirigente, Bergoglio nota che essa “non ha diritto di chiedere di più ai sudditi se il sacrificio non comincia dall’alto”. Al popolo invece dice: “E non ci spinga nemmeno la superbia dell’autoreferenzialità faziosa, il più crudele degli sport nazionali, secondo la quale, invece di arricchirsi nel confronto delle differenze, la regola d’oro consiste nel distruggere implacabilmente anche la migliore delle proposte e dei successi degli avversari”. Sull’esempio del buon Samaritano, Bergoglio infine invita: “Tutti, secondo le responsabilità di ciascuno, dobbiamo prenderci sulle spalle la patria, perché il tempo stringe”. Ciò in quanto “non abbiamo diritto all’indifferenza e al disinteresse o a voltarci dall’altra parte. Non possiamo ‘passare oltre’ come fecero quelli della parabola. Abbiamo responsabilità nei confronti del ferito che è la nazione e il suo popolo”.

 

Questo titolo è la terza coedizione con Jaca Book di testi del cardinale Bergoglio, dopo Noi come cittadini, noi come popolo, che ripropone un intervento tenuto nel 2010, nell’approssimarsi del secondo centenario dell’Argentina, e In Lui solo la speranza, gli esercizi spirituali predicati ai vescovi spagnoli nel gennaio del 2006.

 

 

Tra le pubblicazioni apparse in questi giorni per i tipi della Lev, anche il volume VIII degliInsegnamenti di Benedetto XVI, che raccoglie tutti gli interventi del Pontefice nel primo semestre del 2012, dall’omelia per la Messa del 1° gennaio al saluto rivolto il 30 giugno agli arcivescovi metropoliti che hanno ricevuto il pallio il giorno precedente. Il volume è corredato da una serie di indici: l’Indice degli Atti Pontifici, che riferisce tutti i testi degli Insegnamenti raggruppati sotto le diverse voci (Angelus, Discorsi, Lettere, Messaggi, Omelie, Telegrammi, Udienze generali, Appelli, Preghiere, Saluti); l’Indice Analitico, suddiviso in indice delle persone, indice delle materie e degli argomenti e indice dei luoghi; infine l’Indice dei Riferimenti, che dà modo di reperire tutte le citazioni, suddivise in tre sezioni: Sacra Scrittura, Documenti della Chiesa e Insegnamenti Pontifici, altri Autori.

 

 

 

 

 

 

 

VIAGGIO AL CENTRO DEL LAVORO - ANTONIO PIZZINATO

 

 

 

http://www.ediesseonline.it/catalogo/saggi/viaggio-al-centro-del-lavoro

 

 

L'AUTORE

 

http://www.ediesseonline.it/autori/antonio-pizzinato

 

 

 

 

 

 

 

NOVITA' 

 

 

 

INCHIESTA SUL LAVORO -  PIETRO ICHINO - ED. OSCAR MONDADORI 

CON UN NUOVO CAPITOLO SULLA LEGGE FORNERO

UN ANNO DOPO, IL MIO DIALOGO CON L’”ISPETTORE” RIPRENDE: “LA SINISTRA E IL TERREMOTO FORNERO”

 

Indice della nuova edizione economica, nella collana Oscar Mondadori, di Inchiesta sul lavoro, Mondadori, ottobre 2012, € 10 – La presentazione del contenuto del nuovo capitolo è evidenziato 

 

http://www.pietroichino.it/?p=23670

 

 

 

 

Introduzione

Che cosa c’è di vero (e che cosa no)

I.     Prologo: come non diventare ministro del Lavoro e vivere felici

        La telefonata di Silvio, 10 – Il mestiere del politico e quello dello studioso, 15 –

        Per dare valore al lavoro, 18

II.   Impiego pubblico: nascita e morte di una riforma

        Trasparenza, valutazione e benchmarking, 24 – Vizi e contraddizioni di fondo, 28

        – Una riforma svuotata, 32 – Intesa 4 febbraio 2011: fermi tutti, abbiamo

        scherzato!, 38

III. Il lavoro diviso

        L’apartheid fra protetti e non protetti, 56 – La fuga dal diritto del lavoro, 60 –

        I paradossi dell’articolo 18, 72 – Non è solo un problema di giustizia del lavoro, 86

IV.  Come sostituire l’articolo 18 con la Danimarca

         L’inerzia degli industriali e del centrodestra, 98 – I mali di pancia del centrosinistra

          e il lavoro della talpa, 101– Il metodo del try and go e l’obiezione dello slippery

          slope, 105 – La lezione scandinava, 110 – Il progetto flexsecurity, 113 – I giovani,

          gli anziani e la job property, 132 – Il fattore D, 138

V.    L’accordo tacito che chiude l’Italia

         Quei 29 Marchionne che si tengono alla larga dall’Italia, 144 – La difesa

          dell’«italianità», 146 – Hire your best em-ployer!, 151 – Una speranza

           per il Sud, 156

VI.  Il sindacato che serve per ingaggiare l’imprenditore migliore

         La verità su Pomigliano e Mirafiori, 167 – La tregua, 174 – Un ricatto di

         Marchionne?, 180 – La rappresentanza  in azienda, 185 – Un contratto su

         misura, 190 – Merito e disuguaglianza, 194 – Dieci modi per partecipare

         nell’impresa, 202

VII.  Epilogo: è la fine del diritto del lavoro?

          Il decreto di Ferragosto, 207 – E ora?, 216 – Sette punti essenziali, 221

          – Il mestiere del sindacato e quello della sinistra, 224

 

VIII. Un anno dopo: la sinistra e il terremoto Fornero

          Una sospensione della distinzione fra destra e sinistra?, 231 – L’aumento

          brusco dell’età pensionabile del dicembre 2011, 233 . Dove le imprese

          sono in crisi dobbiamo perdere l’abitudine di mettere i lavoratori in freezer,

          236 – Active ageing, sopra i 55 anni dobbiamo lavorare di più, 239 – La

          grande ingiustizia nei confronti delle nuove generazioni,  243 – Lo

          “scalpo” dell’articolo 18, 246 – Il Pd e la riforma F0rnero, 247 – La que-

          stione politica cruciale, 251 – Come è andata realmente tra il ministro

          e i sindacati, 253 – Un bilancio complessivo della riforma Fornero, 257

          – La rivoluzione sindacale possibile, 261 – Un’agenda di politica del lavoro

          europea, 264 – Per i giovani facciamo come in Olanda, 268 – Commiato, 271

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 27 ottobre 2012 nel 50° anniversario della morte di Enrico Mattei esce il libro

 

 

ENRICO MATTEI  Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario

FRANCESCO NICCOLINI e SIMONE CORTESI

 

Fandango Editore

 

 

Il fumetto dedicato alla vita e alle imprese visionarie di Enrico Mattei

 

Enrico Mattei,  il presidente dell’ENI e l’uomo più potente dell’Italia del Dopoguerra, muore in un incidente aereo la notte del 23 ottobre 1962.

Incidente o attentato?

Cinquant’anni di ricerche e indagini non sono servite a chiarire il mistero.

Frettolosamente archiviato come banale incidente aereo dovuto alle cattive condizioni atmosferiche, il caso Mattei viene riaperto a metà degli anni Novanta dopo le dichiarazioni di Tommaso Buscetta, che esplici­tamente accusa la mafia della morte del presidente dell’ENI. Un magistrato riapre le indagini e scopre quello che nessuno, all’epoca, aveva voluto scoprire: le tracce dell’esplosivo. Ma trent’anni di insabbiamenti, depistag­gi e una sistematica cancellazione di tutte le prove ren­dono le sue nuove indagini impossibili. Perché questa è una storia dove sta scritto, a caratteri cubitali, «chi tocca muore»: come è accaduto al giornalista siciliano Mauro De Mauro che stava lavorando per Francesco Rosi alla sceneggiatura del celebre film su Mattei in­terpretato da Gian Maria Volonté. E come è accaduto a Pier Paolo Pasolini, che lascia incompiuto il suo ultimo ro­manzo, “Petrolio”, dove prova a raccontare proprio della strana morte di Enrico Mattei, ucciso da qualcuno a lui molto, molto vicino.

 

FRANCESCO NICCOLINI è drammaturgo e sceneggiatore, da molti anni studia e scrive per Marco Paolini e per molti altri attori e registi del teatro italiano. Collabora con Radio3 e con la Televisione Svizzera Italiana.

SIMONE CORTESI è disegnatore di fumetti diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Bologna.

 

Collana: Cronaca storica

Pagine: 144, bianco e nero               

Prezzo: € 16,50

Dimensioni:15x21 cm

Data di pubblicazione: 17 settembre 2012

 

 

 

 

 

 

 

LA BATTAGLIA DELLE CILIEGIE La mia storia d'amore con Hannah Arendt - GUNTHER ANDERS 

 

Donzelli editore

WWW.DONZELLI.IT

 

«Ho conquistato Hannah a un ballo grazie a un’osservazione fatta danzando in cui affermavo che l’amore è quell’atto attraverso il quale l’a posteriori, ovvero l’altro incontrato casualmente, viene trasformato in un a priori della propria vita. Questa bella formula non ha però trovato conferma».

 

 

Ogni tanto nella storia si combinano strane costellazioni di eventi e incontri. A guardare indietro, con gli occhi smaliziati di chi sa com’è andata a finire, sembrano quasi impossibili. Così nel 1925, in quella Germania che è ancora il cuore della cultura europea, ma sta rapidamente correndo verso il baratro della catastrofe nazista, Günther Anders, fresco della sua dissertazione con Edmund Husserl, e la giovane studentessa di filosofia Hannah Arendt si conoscono a Marburgo, dove seguono entrambi il seminario di Martin Heidegger sulla Critica della ragion pura. Si incontrano di nuovo solo nel 1929, questa volta a Berlino, in occasione di un ballo in maschera. Si sposeranno subito dopo, precipitosamente, per separarsi poi già nel 1937. Lei avrebbe in seguito ricordato il matrimonio con Günther come la fuga dal grande e impossibile amore della sua giovinezza, quello per Martin Heidegger. Per Günther, invece, Hannah sarebbe sempre rimasta il primo, forse l’unico vero amore di tutta una vita. Nel Natale del 1975, all’indomani della morte di Hannah, Günther riprende in mano gli appunti degli anni berlinesi trascorsi con lei; è soltanto tra il 1984 e il 1985 che prende la sua forma definitiva questo testo. Scritto sull’onda del dolore per una perdita che la lunga separazione non ha reso meno amara, e rimasto da allora nel segreto delle carte andersiane, questo piccolo, unico gioiello è qui pubblicato per la prima volta in edizione italiana, pressoché in contemporanea con l’uscita tedesca. Come scrive lo stesso Anders, dopo tanto tempo è difficile tracciare una linea di demarcazione tra «poesia e realtà»; è difficile stabilire «quanto ci sia di Hannah, quanto di me, quanto di allora, quanto di oggi». Così Günther riporta il pensiero a una delle sue modalità di espressione originarie, quella del dialogo, nel tentativo di evocare, «se non lo stile di pensiero e di linguaggio, almeno i gesti» di Hannah. Il tema è quello che intreccerà negli anni, pur con esiti divergenti, i percorsi dei due grandi filosofi: l’uomo, nella sua inalienabile individualità, ma anche nella sua imprescindibile relazione con il mondo e con gli altri. Un io e un tu. Lo scenario è il balconcino della loro minuscola abitazione. Günther e Hannah sono seduti uno di fronte all’altra. Al centro, un enorme cesto di ciliegie. La battaglia può cominciare.

 

 

 

 

 

 

 

Su Heidegger Cinque voci ebraiche

Gunther ANDERS, Hannah ARENDT, Hans JONAS, Karl LOWITH, Leo STRAUSS

Donzelli editore

 

La vita e l'opera di Heidegger sono macchiate, come è noto, da un momento oscuro: nel 1933 egli aderì al nazionalsocialismo e, sia pure momentaneamente, mise il suo genio filosofico al servizio del Male. Per taluni fu un errore fatale ma temporaneo, per altri l'indice di una contiguità più profonda tra alcuni elementi del suo pensiero e l'ideologia nazionalsocialista. Il segno, comunque, di un'ottusità politica imperdonabile per un pensatore del suo calibro.

Come spiegare l'incomprensibile fatto che proprio uno dei massimi filosofi del nostro secolo sia caduto vittima del totalitarismo più infausto? Come influisce tutto questo sul nostro giudizio circa le intuizioni filosofiche con cui Heidegger ha segnato il Novecento? E quale interpretazione darne, dal momento che la vicenda di Heidegger assume un valore paradigmatico nella valutazione dei rapporti tra il pensiero e la politica, l'intelligenza e il potere?

Nonostante le controversie su tale spinosa questione si siano ripetute, con regolarità quasi astrologica, dalla fine della guerra a oggi, finora nessuno aveva notato che i giudizi più acuti sono venuti dagli allievi ebrei di Heidegger, cioè da coloro che ne subirono il fascino ma al tempo stesso furono tremendamente colpiti dalle sue scelte politiche. Il presente volume raccoglie le cinque più significative testimonianze: quelle di Gunther Anders, Hannah Arendt, Hans Jonas, Karl Löwith e Leo Strauss, che ascoltarono tutti le lezioni del giovane Heidegger a Friburgo e Marburgo. Esse offrono la migliore scorta per valutare la grandezza e i limiti di questo maestro della filosofia del Novecento, aiutandoci a sondare il fondo imperscrutabile e la torbida magia del suo pensiero.

 

 

 

Günther ANDERS (pseudonimo di Günther Stern) nacque a Breslavia nel 1902. Laureatosi in filosofia nel 1923, emigrò per ragioni razziali nel 1933, trasferendosi prima a Parigi e poi negli Stati Uniti. Nel 1950 tornò in Europa e si stabilì a Vienna. Fu tra i promotori del movimento internazionale contro la bomba atomica e tra gli oppositori alla guerra in Vietnam. Morì nel 1992. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: La coscienza al bando. Carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Günther Anders (Einaudi, 1962), Opinioni di un eretico (Theoria, 1991), Noi, figli di Eichmann (Giuntina, 1995), L’uomo è antiquato (Bollati Boringhieri, 2003), Discesa all’Ade. Auschwitz e Breslavia, 1966 (Bollati Boringhieri, 2008).

 

 

 

 

ATTUALITA'

IN MEMORIA DI GUNTHER ANDERS - Un convegno a Frascati, Scuderie Aldobrandini, per commemorare uno fra i massimi filosofi del nostro tempo

http://www.comunita.unita.it/novitainlibreria/

 

 

 

 

WEBMASTER ELISABETTA BERNARDINI

 

 

 

 

 

 

Comunicato stampa www.ladante.it

 

 

24 ottobre 2012

 

 

 

Prosegue con successo la mostra

“Dove il sì suona. Viaggio attraverso la lingua italiana” a Mosca

 

Lunedì 15 ottobre è stata inaugurata a Mosca, presso il Museo Centrale Statale di Storia Contemporanea della Russia, la mostra “Dove il sì suona. Viaggio attraverso la lingua italiana”. La mostra, curata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, riprende l’esposizione originariamente allestita presso la Galleria degli Uffizi a Firenze (13 marzo 2003 - 6 gennaio 2004) e il Musée Suisse di Zurigo (15 febbraio - 30 maggio 2005); in forma itinerante, la mostra ha viaggiato in questi anni in molte città italiane ed europee (Bolzano, Savona, Pordenone, Cosenza, Foggia, Tirana, Berlino, Varsavia, Zara, Spalato) e ha permesso a molti visitatori di conoscere la storia dell’italiano, la definizione della norma, i rapporti con le altre lingue. Nella versione moscovita, grazie alla generosa collaborazione della, Biblioteca Statale della Letteratura Straniera di M.I. Rudomino, del Museo Centrale Statale Bakhrushin dell’arte teatrale, del Museo Centrale Statale della Cultura Musicale M.I. Glinka e dell’Ambasciata Svizzera a Mosca, è stato possibile arricchire il percorso anche con molti documenti e oggetti rappresentativi: per esempio, la sezione dedicata alla diffusione della lingua italiana all’estero, in cui spicca il ruolo dell’italiano come lingua della musica, è stata accompagnata da strumenti musicali che in russo, come in molte altre lingue, sono stati conosciuti con nomi italiani (fagotto, fortepiano, mandolino, nacchere). La notorietà del teatro e dell’opera italiana in Russia è stata richiamata grazie a costumi di scena otto e novecenteschi (il ventaglio di merletto bianco usato dalla soprano Mamedova nella parte di Violetta nella Traviata e il gilè indossato dal tenore Sobinov nella parte del Duca del Rigoletto); parimenti, la storia della lingua italiana è ricostruita attraverso la presenza di testi delle tre Corone (Dante, Petrarca e Boccaccio; a segno dell’importanza dell’opera di Pietro Bembo è stata esposta in mostra un’aldina delle Terze rime di Dante, del 1502), di grammatiche (c’è un’edizione delle Regole grammaticali di Fortunio) e vocabolari. Di particolare interesse, nella sezione lessicografica, oltre alla ristampa della prima edizione del Vocabolario della Crusca (di cui quest’anno si festeggiano i 400 anni), un’edizione del Dizionario universale di Alberti di Villanuova e anche il Dizionario imperiale quadrilingue di Giovanni Veneroni, uno dei più attivi protagonisti dell’insegnamento dell’italiano fuori d’Italia. Sono comunque ben rappresentati tutti i secoli della tradizione italiana: Alberti, Sannazaro, Machiavelli, Bembo, Tasso, Goldoni, Leopardi, fino ad arrivare al Novecento, attraverso edizioni originali di D’Annunzio, Pascoli, Pirandello, Moravia, Gadda, Pavese, Pasolini.

 

     Una teca è stata dedicata anche alla riproduzione della nota Relazione sull’unità della lingua, scritta da Manzoni nel 1868 su incarico del Ministro della pubblica istruzione del neonato stato italiano, Emilio Broglio, il quale aveva nominato una commissione per «ricercare e proporre tutti i provvedimenti» a favore «della buona lingua e della buona pronunzia». La relazione era stata pubblicata e aveva costituito un documento essenziale per l’attuazione del programma di educazione linguistica postunitaria. Solo da poco, però, si è rintracciato nella Biblioteca regia di Torino il manoscritto, che è stato ripubblicato dalla Dante Alighieri in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

http://www.ladante.it/?q=image-galleries/mosca-15-10-2012

 

 

     La mostra si avvale, come per le altre edizioni, di un apparato multimediale e di un sistema di giochi interattivi, per mezzo dei quali il visitatore può sperimentare la sua conoscenza della lingua comune e della lingua letteraria, ascoltare la voce dei poeti italiani, scoprire il ruolo di radio e televisione nella definizione dell’italiano parlato o le particolarità della lingua del calcio e infine ripercorrere celebri sequenze cinematografiche dedicate alla lingua italiana: il cinema, infatti, ha permesso a diversi strati della popolazione di entrare in contatto con la lingua italiana e di trovare sia un modello di riferimento, sia, altrettanto efficacemente, una parodia di modi pomposi o antiquati (i fa d’uopo o quisquilie di Totò) o di errori molto comuni, commessi soprattutto dai parlanti meno acculturati (i congiuntivi di Fantozzi, gli svarioni della Elide di C’eravamo tanto amati). E così, dalla lettera di Totò e Peppino a quella di Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere, da Palombella rossa di Nanni Moretti alla Famiglia di Scola si ripercorrono pagine del cinema italiano che hanno consentito di riflettere sui  meccanismi della lingua della propria epoca, scherzando anche su alcune caratteristiche: riderci sopra è stato, in certi casi, il modo migliore per esorcizzare vizi e vezzi linguistici. In un terminale scorrono infine le riproduzioni delle celebri pale da mugnaio degli accademici della Crusca, nelle quali tradizionalmente i soci dell’Accademia facevano dipingere un emblema riguardante il pane, la farina o il grano accompagnandolo con un motto che giustificasse il soprannome scelto.

 

     Un percorso a vari livelli, da cogliere come un’occasione per ammirare documenti originali, approfondire argomenti appena conosciuti, scoprire nuovi aspetti e particolarità della storia dell’italiano. Della mostra è stato stampato un catalogo illustrato in versione italiana e russa, che consente di conservare i testi che costituiscono il filo conduttore del percorso. La traduzione in russo, presentata anche nei pannelli esposti, consentirà una migliore fruizione anche al pubblico di visitatori meno in confidenza con l’italiano. Un modo per valorizzare, come ha sottolineato il presidente della Dante Alighieri Bottai e come è stato ricordato ancora durante la presentazione, i «fertili legami di cultura e di crescente amicizia che hanno caratterizzato e caratterizzano i rapporti italo-russi»; riprendendo le parole del direttore dell’Istituto italiano di Cultura, Adriano dell’Asta, l’importanza di questa iniziativa sta proprio nell’aver portato questa proposta a Mosca, in un luogo dove la lingua e il libro hanno un ruolo privilegiato: nella tradizione slava infatti la lingua e il libro diventano «non solo luogo e momento di nascita dell’identità nazionale, ma anche rinvio di questa identità ad una dimensione infinita che spalanca l’identità stessa a un’apertura universalistica».  

 

     Alla presentazione erano presenti Serghey A. Arkhangelov, Direttore del Museo Centrale Statale di Storia Contemporanea della Russia, Adriano Dell’Asta, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri, Nicoletta Maraschio, Presidente dell’Accademia della Crusca, Lucilla Pizzoli, curatrice della mostra, Ettore Gherbezza, curatore della sezione dei rapporti italo-russi.

 

     Alla presentazione è seguito un concerto tenuto da una soprano e da un tenore, che hanno cantato famose arie operistiche italiane.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da Salisburgo la Dante lancia il nuovo programma europeo online: Babelweb

 

Babelweb www.babel-web.eu è un sito assolutamente unico, creato per condividere testi, disegni e video in diverse lingue. Puoi raccontare un viaggio o presentare la tua ricetta preferita, commentare un film o scrivere una poesia. E partecipare così alla creazione di un libro internazionale di ricette online o di un grande giro del mondo collettivo in una comunità multilingue senza uguali sul web.

 

Perchè la cosa davvero speciale su Babelweb è che puoi pubblicare non solo in italiano, ma anche in francese, spagnolo, portoghese, ladino o in altre lingue romanze, anche se non le parli ancora perfettamente. Ci puoi trovare un testo in italiano seguito da uno spagnolo con un commento in francese e scoprire così che, grazie alla lingua che conosci o stai imparando, puoi capirne anche altre.

Partecipa al Concorso Babelweb, descrivi o commenta il posto più bello del mondo secondo te! Il contributo più commentato entro il 28 ottobre sarà pubblicato in evidenza su Babelweb e Facebook.

 

Oggi e domani, 18 e 19 ottobre 2012, è possibile scoprire la nuova versione di Babelweb in una serie di workshops presso la Dante: www.dante-salzburg.at

La Società Dante Alighieri di Salisburgo ha contribuito alla realizzazione, alla revisone e alla promozione del sito nell'ambito dei progetti Babelweb e Babelweb.Pro, cofinanziati dalla Commissione Europea e con il sostegno di BMUKK, Stadt Salzburg e Land Salzburg.

 

Scopri il nuovo Babelweb: www.babel-web.eu

 

 

 

 

 

 

 

 

WEBMASTER ELISABETTA BERNARDINI

 

 

 

 

 

 

 

 

FRAMMENTI - FRANCO SARNARI A WASHINGTON DC 

 

 

 

 

da Washington DC Alan Henney per Novità in Libreria

 

Art exhibition "Fragments" comes to Italian Embassy in Washington, D.C.

 

http://shar.es/cus8X

 

 

 A stimulating new art exhibition at the Embassy of Italy provides insight into Italian art that many Americans may have never encountered.

 Franco Sarnari is one of the most surprising Italian painters.  He was self-taught, born in 1933 and is still alive today!  Living in Rome, about 15 years ago, he and various artists founded the "Sunflower,” a collection of artists of different expressions.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Sarnari

 

Sarnari’s paintings on view at the Italian Embassy present to an American audience a glimpse of the riches to be found in modern Italian art, says Dr. David Gariff, senior lecturer from the National Gallery of Art.

 

http://www.smithsonianjourneys.org/study_leaders/davidgariff/

 

“For most Americans,” Dr. Gariff says, “Italian art of the 19th and 20th centuries is a blank slate.  With the exception of Italian Futurism and perhaps the paintings of Giorgio de Chirico and Giorgio Morandi, investigations of modern and contemporary Italian art are rarely presented to the American public.”

 

http://www.italianfuturism.org/

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Giorgio_de_Chirico

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Morandi

 

“This embassy exhibition of a cross-section of Sarnari’s paintings is a small step in that direction,” he added.  Dr. Gariff says other Italian painters, such as Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova and the artists of Arte Povera also deserve greater exposure in the U.S., noting that the Italians have brought us the richest art in the history of art. 

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Lucio_Fontana

 

http://www.artnet.com/artists/alberto-burri/

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Emilio_Vedova

 

http://www.artcyclopedia.com/history/arte-povera.html

 

The embassy’s exhibition features Sarnari’s Fragment and Cancellation series.  Dr. Gariff describes Sarnari’s Fragment Series as a collection of oil paintings that deal with fragments of the human figure, typically partial figures, but seem to progressively become more abstract.

 In his Cancellation Series, Sarnari starts with a photo of an old master painting, or sometimes his own copy of it, and then somehow alters it, paints over it, or “cancels” it.  Dr. Gariff says this is “a kind of visual commentary – sort of creating by destroying.’”

During last week’s opening reception, he noted that Sarnari’s growing abstractions have almost more space than form and provide a sense of bridges from one form to another.  Spaces and forms create a sense of relationship, he added, such as father and son.

Sarnari’s art became more recognized and culminated in March 1970 with the famous painting the "Sea Moves," a work of 36 square meters.  It became the focus of the exhibition "Five Years of Painting."

 Sarnari received numerous awards for his work.  Along with Franco Polizzi and others, they became known as the “Group from Sicily.”

 

http://www.askart.com/askart/p/franco_polizzi/franco_polizzi.aspx

 

http://www.sicilynet.it/articles/scicli_group.htm

 

In the exhibition’s brochure, Alberto Manai, Italian Cultural Institute’s D.C. director, wrote that “Through Franco Sarnari’s paintings we learn how to see the darkness of colour and the light of shadow; we learn to face life surely with lucid anxiety, but certainly also with confidence and hope.”

 Sarnari’s art will remain on exhibition at the Italian Embassy through Nov. 9.  For more information on the artist or the exhibition, please see the embassy’s Website, the Franco Sarnari Website or the Tecnica Mista Website.

 

http://www.iicwashington.esteri.it/IIC_Washington/webform/SchedaEvento.aspx?id=406

 

http://www.sarnari.it/

 

http://www.tecnicamista.it/

 

 

PHOTO CAPTIONS:

NELLE IMMAGINI ALCUNE OPERE DI FRANCO SARNARI ESPOSTE A WASHINGTON DC 

E ALCUNI MOMENTI DELL'INAUGURAZIONE 

 

 

 

sarnari17.JPG

 

 

 

 

sarnari08

 

 

 

 sarnari05.JPG

 

 

sarnari09.JPG

 

 

 

 

 

sarnari04.JPG

 

 

 

 

 

sarnari14.JPG

 

sarnari15.JPG

 

 

 

 

 

WEBMASTER ELISABETTA BERNARDINI

Comunicazione Ufficio Stampa Traduzioni

 

 

 

 

IPERBOREA 

Arto Paasilinna, SANGUE CALDO, NERVI D'ACCIAIO 

 

 

 

 

 

 

IL LIBRO

Linnea Lindeman, pescatrice infaticabile, cacciatrice di foche, levatrice, oltre che sciamana e onorata divinatrice, una ventosa giornata d’autunno, in mezzo al mare in tempesta, ha una visione: nel 1918, in una Finlandia che ha da poco conquistato l’indipendenza, scoppierà la guerra civile. E quello stesso anno nascerà Antti Kokkoluoto, un uomo destinato a formidabili imprese, un eroe dal sangue caldo e dai nervi d’acciaio come vuole la tradizione dei grandi finlandesi, la cui esistenza attraverserà tutto il Novecento, per spegnersi solo il 12 luglio 1990. Forte della profezia di lunga vita, Antti si lancerà spavaldo nelle avventure più folli, da mercante di cavalli sulle orme del padre Tuomas a contrabbandiere di alcolici come sua madre Hanna, da imprenditore illuminato a intrepido soldato al fronte, da campione olimpico di tiro al bersaglio a leader dei socialdemocratici. Sullo sfondo la crisi del ’29, le lotte tra fascisti e comunisti, la Guerra d’Inverno e le altre, e una strampalata galleria di patrioti, anarchici e ribelli del quotidiano, tutti armati di quella paasilinniana leggerezza che si fa beffe di ogni retorica e fanatismo. La tragicomica epopea di una famiglia comune e “appena più vera del vero” diventa la chiave per capire le speranze e le paure di un popolo travolto da una Storia tra le più complesse del secolo scorso. E i modi con cui ha cercato di resistere.

 

 

 

traduzione dal finlandese di Francesco Felici

postfazione di Goffredo Fofi

pp. 256 - 15.00 euro

 

 

 

L'AUTORE

Arto Paasilinna , nato nel 1942 a Kittilä, in Lapponia, è autore culto in Finlandia, dove ogni suo libro supera sempre le 150.000 copie. Ex guardaboschi, ex giornalista, ex poeta, ha cominciato nel 1975 la sua folgorante carriera di scrittore. Molto amato all’estero per il suo humour travolgente, ha pubblicato finora più di trenta romanzi, oltre a pièces teatrali e sceneggiature. Nel 1994 gli è stato conferito in Italia il Premio Acerbi per L’anno della lepre. Vive alternando alla Lapponia e a Helsinki le sue sempre più frequenti tappe nei paesi più assolati del Sud, spesso anche in Italia. Iperborea ha pubblicato undici romanzi tra cui L’anno della lepre, giunto alla 23a edizione, che ha venduto solo in Italia più di 140.000 copie, Piccoli suicidi tra amici e Il migliore amico dell'orso.

 

 

 

 

 

 WEBMASTER ELISABETTA BERNARDINI

 

 

 

 

 

 

ESPLORATORI ITALIANI - SILVINO GONZATO - ED. NERI POZZA 2012

 

In questo libro l’autore ripercorre le gesta degli esploratori italiani che senza appoggi e strategie governative parteciparono alla stagione delle esplorazioni dell’800.

 

Fu senza il sostegno di governi, società geografiche o altre istituzioni, senza un vero progetto e dovendo contare esclusivamente sulle proprie forze, il proprio coraggio e la propria capacità di arrangiarsi, che gli esploratori italiani dell’Ottocento affrontarono le insidie di terre e mari misteriosi.

Avevano alle spalle vite disgraziate fatte di fallimenti, di delusioni, di galera e miravano al riscatto personale attraverso imprese disperate.

Questo libro è il ritratto di sei di questi spiriti liberi e ribelli, molto diversi tra di loro ma uniti dalla caparbietà di raggiungere comunque i propri obiettivi a dispetto di ogni regola e disciplina.

Ecco Giacomo Bove che, dopo aver partecipato, unico italiano, alla spedizione artica del «Passaggio a Nord-Est», cerca nei viaggi in Sudamerica e in Africa un impossibile rimedio alle pene della propria anima inquieta.

Ecco Giovanni Battista Cerruti che, capitano di mare mancato, dopo aver tentato la fortuna inscatolando ananas a Batavia, grazie alla propria affabilità nel trattare con una tribù di avvelenatori, ne diviene re. Augusto Franzoj, scapestrato bohémien amante delle risse e dei duelli, che affronta l’altopiano etiopico da solo per andare a recuperare le ossa dell’esploratore Chiarini ucciso dalla barbara e dissoluta regina di Ghera. Il frate Guglielmo Massaja che, mandato allo sbaraglio dai suoi superiori tra i Galla dell’Abissinia, dopo il fallimento della missione diventa mago guaritore e consigliere personale di Menelik.

E c’è anche Giovanni Miani, figlio di una serva e del conte veneziano Bragadin, che dopo aver dilapidato la sua cospicua eredità in prostitute e nella stampa di una colossale enciclopedia universale della musica, ridotto sul lastrico, parte per l’Africa alla scoperta delle sorgenti del Nilo.

Ecco infine Pietro Savorgnan di Brazzà, nobile friulano che è costretto a farsi francese per poter coronare il sogno di diventare esploratore e, con le sostanze della famiglia, fonda la colonia del Congo-Brazzaville.

Storie fondate su una rigorosa documentazione biografica, anche inedita, ma che si leggono come capitoli di un unico appassionante racconto d’avventura tra predoni, schiavisti, tagliatori di teste, cannibali, despoti sanguinari, regine lascive e crudeli e selvaggi avvelenatori.

 

 L'AUTORE

Silvino Gonzato è giornalista e scrittore, editorialista del giornale «L’Arena» di Verona. Ha pubblicato tre romanzi tra i quali, con Neri Pozza, Il chiostro e l’harem (1997); raccolte di reportage e libri di satira del costume. Massimo biografo di Emilio Salgari, è autore di numerosi saggi sul romanziere, tradotti anche all’estero. Nel 1994 ha curato un’antologia di scritti giornalistici di Salgari e nel 1995, per la Neri Pozza, ha scritto la fondamentale biografia Emilio Salgari, demoni, amori e tragedie di un capitano che navigò solo con la fantasia.

 

 

 

 

 

 

NOVITA' IN LIBRERIA 2012

 

 

 

 

www.quodlibet.it 

 

 

 

Work. Fotografia Festival Internazionale di Roma. XI edizione

A cura di Alessandro Dandini de Sylva e Claudia Caprotti

 

Work. Fotografia Festival Internazionale di Roma

Testi in lingua italiana e inlgese

 

MACRO-Quodlibet - 208 pp.  - Euro 32,00  27,20 (prezzo online)

 

 

 

 

 

 

Marcello Maloberti. Blitz

A cura di Stefano Chiodi

 

Marcello Maloberti. Blitz

 

Testi in lingua italiana e inlgese

MACRO-Quodlibet - 272 pp.  - Euro 42,00  35,70 (prezzo online)

 

 

 

 

NOVITA'

Filosofia della psicoanalisi. Un'introduzione in ventuno passi 

A cura di Silvia Vizzardelli e Felice Cimatti

QS. Filosofia e psicoanalisi - 256 pp.  - Euro 20,00  17,00 (prezzo online)

 

 

 

 

 

NOVITA'

Giovanni Gurisatti

Scacco alla realtà. Estetica e dialettica della derealizzazione mediatica

QS. Teoria delle arti e cultura visuale - 352 pp.  - Euro 24,00  20,40 (prezzo online)

 

 

 

 

 

NOVITA'

Daniela Angelucci

Deleuze e i concetti del cinema 

QS. Estetica e critica - 160 pp.  - Euro 18,00  15,30 (prezzo online)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LIBRI NOVITA'2012

 

 

LA DEMOCRAZIA SOCIALE DI AMINTORE FANFANI

 

 

 

 

 

 

link al libro

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/catalogo/area/areascientifica/scienze-giuridiche/9788854846418-detail.html

 

 

 

link alla casa editrice 

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/

 

 

 

 

LA DEMOCRAZIA SOCIALE DI AMINTORE FANFANI

 

PRESENTAZIONE del nuovo libro di Mario Baccini alla Società Dante Alighieri 

 

Curata dalla Presidenza Centrale della Società Dante Alighieri la presentazione del libro 

"La democrazia sociale di Amintore Fanfani" (Aracne Editrice, a cura di Mario Baccini) 

mercoledì, 24 ottobre 2012, ore 17.30 presso la sede della "Dante" (Piazza Firenze, 27 - Roma).

 

Con l'autore, anche Mario Prignano giornalista e vicedirettore del TG1 ed Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri.

 

 

 

 

WWW.LADANTE.IT

 

 

 

 

MARATONA INFERNALE. IN VIAGGIO CON DANTE

 

 

IN OCCASIONE DELLA XII SETTIMANA DELLA CULTURA ITALIANA NEL MONDO, GLI IDEATORI DEL PROGETTO, LAMBERTO LAMBERTINI E PAOLO PELUFFO, PRESENTANO IL “COFANETTO INFERNALE” A PARIGI

 

 

VENERDÌ, 19 OTTOBRE 2012 ORE 18:30  

PARIGI, ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA, HÔTEL DE GALLIFFET

73, RUE DE GRENELLE 75007

INIZIATIVA PROMOSSA DALLA SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI IN COLLABORAZIONE 

CON L’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI PARIGI

 

 

Interverranno:

Lamberto Lambertini, co-autore e regista del progetto In viaggio con Dante

Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri

Jacqueline Risset, Presidente del Centro di Studi italo-francesi, Università Roma Tre

 

Conclusioni: 

Ludovico Ortona, amministratore unico Arcus SpA, ex ambasciatore d’Italia in Francia

Paolo Peluffo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vice-Presidente della Società Dante Alighieri e co-autore del progetto In viaggio con Dante

 

Informazioni

Confermare la propria adesione registrandosi su: www.iicparigi.esteri.it

Leggi il comunicato stampa

 

Maratona Infernale. In viaggio con Dante

Musiche: Savio Riccardi

Fotografia/montaggio: Carlo Sgambato, assistente Michela Fabbrocino 

Suono: Corrado Taglialatela 

Regia/voce: Lamberto Lambertini

Consulenza storico/artistica: Valentina Spata

Condividi pagina
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: