Comunicato Stampa Libreria Editrice Vaticana
Città del Vaticano, 1 luglio 2014
Un’indagine sui canti dedicati a Maria, in Oriente e in Occidente, nei primi secoli della Chiesa. La propone Sergio Militello, musicista e compositore, fondatore del Centro internazionale Diffusione Musica Sacra, nel volume I primi canti a Maria, in libreria per i tipi dell’Editrice Vaticana. La figura di Maria, i dogmi, i misteri e le solennità liturgiche a Lei dedicate sono state nel corso dei secoli oggetto privilegiato della contemplazione lirica dei poeti e dei musicisti. L’autore ripercorre così la “mole di produzione scaturita nei primi secoli attraverso stilemi che ci impressionano ancora oggi per bellezza formale, contenuto teologico, afflato poetico e lirico sia nell’opera scritta che in quella cantata”.
“Una piccola enciclopedia mariana”, così Gregorios III, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, definisce l’opera nella sua prefazione. “Maria – prosegue – è nel cuore della devozione popolare, lei è sempre presente in ogni preghiera ed in ogni celebrazione liturgica orientale. In Oriente, non si può pregare senza Maria, la Theotókos (Madre di Dio), in relazione coll’opera salvifica del suo Figlio”.
Il canto a Maria ha origini lontane, che si rifanno ai primi secoli dell’era cristiana, mentre sono quasi duemila i canoni in onore della Madonna. Attraverso sei agili capitoli, Militello illustra la nascita delle diverse feste mariane, poi il repertorio liturgico bizantino, le forme poetiche d’Oriente (inno, poema a strofe, canone e tropario) e la lode a Maria nella Chiesa d’Occidente, ripercorrendo il repertorio mariano del canto gregoriano e le antifone mariane.
“Tra l’enorme repertorio mariano maturato in due millenni di cristianesimo – osserva Militello – troviamo testi di incomparabile bellezza che, dai primi cantori d’Oriente e d’Occidente, arriva ai nostri giorni passando attraverso nomi sommi della letteratura italiana (come Dante e Manzoni), laudi popolari e canzoncine religiose di rispetto, fino a nuove composizioni cantate soprattutto nei santuari, vere oasi di spiritualità e devozione mariana”.
RIFLESSIONI - MARIO TOZZI
POESIE ED. UNIVERSITALIA 2014
presentazione a Frascati Sala degli Specchi - sede del Municipio Palazzo Marconi
28 giugno 2014
comunicato stampa libreria editrice vaticana
Città del Vaticano, 25 giugno 2014 –
“Quasi una decade prima che la Rerum Novarum affrontasse ufficialmente la Dottrina Sociale della Chiesa, padre McGivney stava già fondando un’organizzazione laica che si sarebbe dovuta dedicare al benessere spirituale e temporale dei suoi membri”. È il cuore dell’intervento che Carl Anderson, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, svolge nel pomeriggio di oggi presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma, in occasione della presentazione del volume Il parroco – Padre Michael McGivney e il cattolicesimo americano, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. L’opera è frutto delle ricerche di due autori di libri storici, Douglas Brinkley e Julie M. Fenster, e narra la vita di padre Michael McGivney, sacerdote del Connecticut vissuto nell’Ottocento (1852-1890), forse il parroco più amato nella storia degli Stati Uniti d’America, fondatore della più grande confraternita cattolica del mondo, i Cavalieri di Colombo, fornendo anche la cronaca del suo processo di canonizzazione.
“Un modello – lo definisce Anderson – non solo per i sacerdoti d’America, ma per tutti i sacerdoti in generale”. L’associazione dei Knights of Columbus da lui ideata, infatti, fin dalla sua nascita “avrebbe dovuto provvedere alla carità nei confronti degli emarginati della società. Avrebbe dovuto essere unita alla Chiesa ed avere lo scopo non solo di evangelizzare i suoi membri, ma fare in modo che i suoi membri evangelizzassero la società. Avrebbe dovuto essere una fraternità cattolica tale da riunire le persone per fare del bene. E avrebbe dovuto dimostrare agli scettici dell’America del XIX secolo che i cattolici potevano essere degli eccellenti cittadini” prosegue Anderson.
Padre McGivney fondò nel 1882 i Knights of Columbus, organizzazione che ha aiutato a salvare innumerevoli famiglie dall’indigenza. Alla fine dell’Ottocento, la discriminazione dei cattolici americani era infatti molto diffusa. Parecchi di essi finivano per essere inghiottiti dal durissimo lavoro nelle fabbriche. Un infortunio o la morte del salariato lasciava una famiglia senza mezzi. Dopo un inizio difficile, la fondazione dei Cavalieri di Colombo è cresciuta fino a diventare un’associazione internazionale che conta oggi un milione e ottocento mila membri in 15.000 circoli sparsi negli Stati Uniti, Canada, Centro America, Caraibi, Filippine e nell’Europa dell’Est.
“L’intuizione di Padre McGivney preparò i Knights of Columbus ad abbracciare pienamente il ruolo dei laici nella vita della Chiesa durante il Concilio Vaticano II e i pontificati di San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Come Cavaliere Supremo dell’ordine – nota Anderson – ho potuto ben constatare negli ultimi quindici anni come l’intuito di padre McGivney ci ha preparato in modo tale da rispondere in pieno ai desideri e volontà di ciascuno di quei grandi Papi”, portando avanti un “impegno verso le famiglie e gli emarginati della società da più di 130 anni, e dediti alla testimonianza della nostra fede nello spirito del nostro fondatore”.
“Padre McGivney – osserva Kevin Coyne, docente presso la Scuola di Giornalismo della Columbia University di New York, intervenendo alla presentazione romana – non era il genere di sacerdote che pensava che il proprio ministero terminasse con la messa della domenica. Organizzò incontri teatrali per amatori e picnic con i frequentatori della chiesa, corse con i cavalli e gare di baseball. Visitava i prigionieri e pregava con i condannati a morte. Quando un padre della sua parrocchia morì molto giovane, infrangendo così i sogni di educazione dei suoi due talentuosi figli, padre McGivney si assicurò che la loro formazione potesse continuare ed entrambi poterono giungere alla Scuola di Legge di Yale. Più tardi uno dei due divenne lui stesso sacerdote”.
I Cavalieri presero il nome da Colombo, “l’esploratore italiano cattolico che era celebrato come lo scopritore di questa nazione anche dalla maggioranza protestante, per affermare il loro diritto di devoti cittadini americani – ricorda Coyne –. ‘Lo scopo di questa associazione è promuovere i principi di unità e carità così che i membri possano ottenere forza prestandosi aiuto l’uno con l’altro’, scrisse padre McGivney”.
“Erano una confraternita in forma di società di mutuo di soccorso – aggiunge Coyne – per aiutare i membri e le loro famiglie in caso di malattia o di morte, e per servire anche una più alta missione: agire come una forza caritativa nelle loro comunità, per sostenere la loro Chiesa. Fecero ciò in modo così ammirevole da essere descritti spesso in seguito come ‘il braccio destro forte’ della Chiesa in America. Tutto iniziò lentamente. Era un nuovo modo per i laici cattolici di trovare un posto per sé nel Nuovo Mondo, facendo sorgere sospetti in alcuni quartieri e anche in alcuni sacerdoti e vescovi. Ma continuò a crescere diffondendosi fuori dal Connecticut nel resto del New England, attraverso il Nordest degli Stati Uniti per poi approdare anche oltreoceano”.
Da parte sua, il direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa, ha ringraziato i Cavalieri, così come la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti e numerosi editori cattolici americani, per la “grande collaborazione” con la LEV, che permette di “approfondire la conoscenza del cattolicesimo americano nelle sue numerose esperienze – magari poco note nel Vecchio Continente – nel campo dell’evangelizzazione, dell’accoglienza, della carità: esse costituiscono un’opportunità e una ricchezza per tutti noi”.
“Troppo spesso – scrivono gli autori nella prefazione del volume – la storia cattolica americana si sofferma sulla gerarchia della Chiesa (…). Nel corso degli anni sono state scritte grandi biografie su famosi vescovi e cardinali. Il che è lodevole, ma il cuore del cattolicesimo negli Stati Uniti vive nei parroci, che diventano pertanto una parte della vita abituale dei loro parrocchiani. (…) È al parroco che molti dei 65 milioni di cattolici d’America si rivolgono nei momenti di crisi personale o quando la povertà colpisce una famiglia. Il loro servizio è quello di un essere umano che ne aiuta un altro. Scrivendo su padre McGivney, stiamo abbracciando quella grande zona oscura, onorando così tutti i parroci”.
FRANCO BATTIATO
A Catania dal 24 al 31 Maggio una settimana di musica e incontri tra fisica quantistica e spiritualità con "LA NATURA DELLA MENTE" - BOMBINO, CAMISASCA, DEPRODUCERS, DIWAN, SARFATTI, direzione artistica di FRANCO BATTIATO.
LA NATURA DELLA MENTE farà vivere alcuni giorni all’insegna della cultura e bellezza, offrendo al pubblico incontri con uomini (stra)ordinari tra il Teatro Metropolitan, il Teatro Sangiorgi e i Mercati Generali per gli appuntamenti più prestigiosi e suggestivi del Festival.
Gli appuntamenti sono: lo scienziato JACK SARFATTI (24 maggio), musicisti unici come JURI CAMISASCA (25 maggio), un progetto che riunisce musicisti del Mediterraneo e che porterà sul palco anche Battiato dal nome DIWAN (27 maggio), DEPRODUCERS (Gianni Maroccolo, Max Casacci, Riccardo Sinigallia, Vittorio Cosma, 29 maggio). E ancora, un film documentario girato dallo stesso BATTIATO e intitolato “Attraversando il Bardo” (28 maggio) e, per chiudere la settimana di incontri, un concerto del chitarrista sahariano BOMBINO (31 maggio).
Tra gli incontri pomeridiani, tutti gratuiti, il 26 sarà rappresentato “Simon Mago”, diretto da Anna Redi. Il 27 sarà la volta del recital pianistico di Andrea Bacchetti. L’incontro del 28 maggio sarà con Pietrangelo Buttafuoco, giornalista, scrittore, drammaturgo ed ex libraio, e la partecipazione del musicista Mario Incudine. Il 29 un altro recital pianistico, con il concertista Carlo Guaitoli. Il 30 maggio Captain Nemo, ovviamente si tratta di uno pseudonimo, parlerà de “La scomparsa di Ettore Majorana: una perfetta sovrapposizione quantistica”. L’ultimo pomeriggio sarà dedicato a un altro recital pianistico con protagonista il compositore Roberto Cacciapaglia.
A Luglio Short Summer Tour e Joe Patti (experimental live group)...
LIBRI DA ISRAELE
Alon Altaras
NOSTRO FIGLIO
Vent'anni dopo che Itai Zer ha finito il suo servizio di leva come impiegato in una base dell'aviazione israeliana, ecco che nella sua vita ricompare Avi Razi, il suo superiore. Questi gli chiede di aiutarlo a rapire suo figlio tredicenne, che non vede da molto tempo, per vendicarsi della sua ex moglie che lo abbandonò portandogli via il bambino quando era molto piccolo. Secondo il suo ex comandante, Itai, oggi quarantenne, deve pagare un vecchio “debito”, perché fu lui a salvarlo da un imbarazzante coinvolgimento in una molestia sessuale negli anni del servizio militare.
Itai, il protagonista del romanzo, ormai sposato e padre di una bambina, si trova coinvolto sempre più nell'intricata vita di Razi, costretto ad affrontare insieme a lui le tre donne di questo romanzo, Neta, la vittima della molestia e a quel tempo fidanzata di Itai, Ayalà, l’ex moglie di Razi, che si è rifatta la vita con un altro uomo, e Yael, la moglie di Itai. Pur non incontrandosi mai, esse tessono fra loro una complicità femminile dando una loro risposta alla vecchia disputa su chi sia veramente forte e chi debole quando uomini e donne devono affrontare le grandi problematiche della vita.
L'AUTORE
Alon Altaras è nato a Tel Aviv nel 1960. È scrittore, poeta e traduttore. Ha pubblicato in Israele quattro romanzi e quattro libri di poesia. Ha tradotto in ebraico, tra gli altri, Tabucchi, Ginzburg, Landolfi, Leopardi, Pasolini, Gramsci, De Luca, Sanguineti, Merini. Ha insegnato letteratura e lingua ebraica nelle università di Trieste, Siena, Gerusalemme; attualmente è a Pisa. In Israele ha ricevuto il prestigioso Premio del Primo Ministro per la Letteratura (2001) e, in Italia, il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività culturali (2003) per il contributo alla diffusione della letteratura italiana in Israele. In Italia, ha pubblicato Il vestito nero di Odelia (Voland, 2005) e La vendetta di Maricika (Voland, 2006). Nostro figlio è il suo terzo romanzo.
Atmosphere libri
ISBN: 978-88-6564-099-9
pp. 144
pubblicazione: 21 maggio
NOVITA' DALLA CINA
Shanghai Suite
Bao Tianxiao, Liu Na’ou, Mu Shiying,
Shi Zhecun, Ye Lingfeng, Zhang Tianyi
La vita cosmopolita di Shanghai, la Parigi d’Oriente, negli anni ’30 nei raccolti dei migliori scrittori cinesi del Primo Novecento.
Negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, la “Parigi d’Oriente” è la grande metropoli delle concessioni straniere, un crocevia vivacissimo di avventurieri, di artisti, di intellettuali impegnati, di belle donne, di imprenditori, di perditempo e di miliardari gigolò, ma è anche una città di miseria estrema, di ingiustizia e di ineguaglianza. I temi, il linguaggio, la sensibilità personale e artistica degli scrittori dell’epoca sono assai vicini a noi, più vicini di quanto non accada per gli autori della Cina contemporanea. L’ironia graffiante che percorre il racconto Il signor Hua Wei potrebbe essere applicata senza nessuna difficoltà a una serie di personaggi più o meno oscuri della scena italiana, “professionisti” della politica senza arte né parte. Allo stesso modo gli scrittori “di successo”, affamati di quattrini, che affollano inutilmente i nostri talk show sono buoni sodali de Le sofferenze del Salsiccia. Entrambi i personaggi escono dalla penna di Zhang Tianyi (1906-1985), uno dei grandi della letteratura del Novecento. Lo scintillio fasullo dei locali alla moda, contrapposto alle vicende umane spesso drammatiche delle persone che li frequentano è un altro tema molto frequentato dagli scrittori dell’epoca, fra cui Mu Shiying (1912-1940, Cinque al nightclub). Li comprendiamo perfettamente quando volgono lo sguardo a una sessualità torbida e repressa (Mu Shiying in La donna di platino), o incerta e conclamata (Ye Lingfeng, 1905-1975, de La numero 7), così come quando mettono a nudo una disperazione esistenziale celata da un cinismo di facciata (Liu Na’ou, 1905-1940, di Scarti, o Bao Tianxiao,1875-1973, de La cortigiana malata) o, ancora, quando trasferiscono magistralmente nella scrittura le piccole frustrazioni innocue della quotidianità di mariti, impiegati, amanti, come nei racconti di Shi Zhecun. Questi autori appartengono al numero dei prediletti dal cielo, capaci di parlare al cuore e all’intelletto degli uomini, in qualunque tempo e a qualunque latitudine.
TRADUTTORI: Barbara Leonesi, Luca Pisano, Stefania Stafutti, Caterina Viglione.
Introduzione: Stefania Stafutti
ISBN 9788865641002
Pag. 160 € 15,00
Collana Asiasphere (a cura di Gianluca Coci)
Pubblicazione: 21 maggio 2014
NERI POZZA NEWSLETTER
Neri Pozza Editore
BANDO II edizione Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza| 2014-05-06
Titolo:
BANDO II edizione Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza
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IL REGOLAMENTO DEL PREMIO
Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza II edizione 2014/2015
1.ª
I PARTECIPANTI
Il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza è riservato agli autori, esordienti e noti, di qualsiasi nazionalità, che presentino un’opera di narrativa letteraria inedita, scritta in lingua italiana.
Gli autori che abbiano già vinto il Premio sono esclusi dal concorso.
Sono esclusi anche coloro che non rispettano i termini e le condizioni di presentazione delle opere stabiliti dal Premio.
2.ª
LE OPERE
Il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza è riservato a opere di narrativa letteraria inedite, scritte in lingua italiana, che abbiano la forma del romanzo. Raccolte di racconti, poesie, saggi e testi teatrali sono esclusi dal Premio.
Non sono ammesse al concorso le opere di generi quali il giallo, il romanzo poliziesco, il fantasy, il memoir.
Le opere concorrenti devono essere rigorosamente inedite. Sono escluse perciò dal Premio opere già pubblicate integralmente o parzialmente in formato cartaceo, on line, on demand, sotto forma di self-publishing, in e-book.
Le opere concorrenti non sono tenute a rispettare alcun limite massimo/minimo di lunghezza.
Tutti gli elementi formali come interlinea, battute per pagina, carattere, impaginazione, formato e rilegatura sono a discrezione dell’autore.
Gli autori possono partecipare al Premio con più di un dattiloscritto. Ogni opera deve essere presentata separatamente e secondo le regole di spedizione riportate nel bando di concorso.
3.ª
PRESENTAZIONE DELLE OPERE AL PREMIO
Gli scrittori che desiderano concorrere al Premio dovranno spedire entro il 13 Febbraio 2015 (fa fede il timbro postale, ed è compresa la data del 13) il dattiloscritto in duplice copia a NERI POZZA EDITORE, via Fatebenefratelli, 4, 20121 Milano, attraverso una raccomandata postale con ricevuta di ritorno, specificando sulla busta “Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza”.
La ricevuta di ritorno attesta l’avvenuta ricezione ed è la sola garanzia per l’autore. Non è infatti possibile chiedere alla casa editrice di confermare la ricezione delle opere inviate.
Ogni opera dovrà essere firmata (firma in calce alla prima pagina dell’opera) con nome e cognome dell’autore o con pseudonimo. In questo secondo caso è necessario specificare che si tratta di pseudonimo. Ogni opera dovrà essere accompagnata da una busta a parte su cui sia riportato il nome e cognome o pseudonimo dell’autore contenente la seguente documentazione:
i) Identificazione dell’autore (nome e cognome e, nel caso lo si utilizzi, lo pseudonimo indicato sull’opera) e titolo dell’opera presentata.
ii) Domicilio e numero di Carta di Identità o passaporto o qualsiasi altro documento ufficiale di identificazione.
iii) Contatti: numero di telefono, indirizzo email
iv) Dichiarazione del carattere originale dell’opera che si presenta.
v) Dichiarazione della piena titolarità dei diritti dell’opera da parte dell’autore.
vi) Dichiarazione di accettazione da parte dell’autore di tutte le condizioni stabilite dal Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza.
vii) Data e firma.
La busta dovrà essere sigillata solo per le opere presentate sotto pseudonimo, e rimarrà senza eccezioni sigillata, tranne nel caso in cui l’opera venga selezionata come finalista o vincitrice del Premio.
NERI POZZA EDITORE terrà informati i partecipanti al Premio attraverso comunicati stampa e attraverso il proprio sito web www.neripozza.it .
4.ª
TITOLARITÀ, ORIGINALITÀ E DIVULGAZIONE DELLE OPERE
La presentazione di un’opera al concorso implica necessariamente l’accettazione totale delle seguenti condizioni da parte dei partecipanti:
1. L’autore acconsente alla eventuale divulgazione di estratti dell’opera sulla stampa e sui media italiani.
2. La garanzia da parte del partecipante, che solleva da qualsiasi responsabilità Neri Pozza Editore, della titolarità e originalità dell’opera presentata e inoltre che essa non sia copia o modificazione totale o parziale di altra opera propria o altrui.
3. La garanzia da parte del partecipante, che solleva da qualsiasi responsabilità Neri Pozza Editore, del carattere inedito in tutto il mondo dell’opera presentata e della esclusiva titolarità da parte del concorrente dei diritti di sfruttamento dell’opera, senza limitazione o onere alcuno sulla stessa nei confronti di terzi, e la garanzia che essa non sia stata presentata a nessun altro concorso in attesa di risoluzione.
La presentazione dell’opera di per sé sola garantisce l’impegno da parte del suo autore a non ritirarla dal concorso.
5.ª
COMITATO DI LETTURA
Il Comitato di Lettura sarà composto dai seguenti membri liberamente designati da NERI POZZA EDITORE
LUIGI BERNABÒ, agente letterario
FRANCESCO DURANTE, giornalista e critico letterario
STEFANO MALATESTA, giornalista e scrittore
SILVIO PERRELLA, critico letterario
ROMANA PETRI, scrittrice
SANDRA PETRIGNANI, scrittrice
GIUSEPPE RUSSO, direttore editoriale
MARCO VIGEVANI, agente letterario
Il sistema di analisi, selezione e valutazione delle opere presentate sarà insindacabilmente stabilito da NERI POZZA EDITORE.
Una commissione designata da NERI POZZA EDITORE realizzerà la lettura di tutte le opere ammesse al concorso e sceglierà le dodici opere che considererà migliori.
La longlist delle dodici opere selezionate sarà ufficialmente annunciata nel mese di giugno 2015.
Queste dodici opere saranno sottoposte a lettura e valutazione del COMITATO DI LETTURA che sceglierà, a suo insindacabile giudizio, le cinque opere finaliste, che saranno ufficialmente annunciate nel mese di settembre 2015.
Qualsiasi deliberazione del COMITATO DI LETTURA sarà segreta.
NERI POZZA EDITORE non risponde delle opinioni manifestate dal COMITATO DI LETTURA o da qualunque suo membro, prima o dopo l’assegnazione del Premio, in relazione a qualsiasi opera presentata.
6.ª
PREMIO
L’autore dell’opera vincitrice del Premio ha diritto a un assegno di 25.000 euro e alla pubblicazione dell’opera da parte di NERI POZZA EDITORE. Il concorso non potrà essere dichiarato deserto né si potrà ripartire il Premio tra due o più opere
La decisione del COMITATO DI LETTURA, che sarà inappellabile, sarà resa pubblica nel corso della cerimonia di premiazione che avrà luogo durante il mese di settembre 2015.
7.ª
CESSIONE DEI DIRITTI DI SFRUTTAMENTO DELL’OPERA
Il conseguimento del Premio da parte dell’autore dell’opera vincitrice implica che l’autore ceda in esclusiva a NERI POZZA EDITORE tutti i diritti di sfruttamento dell’opera, intendendo con questi i diritti di riproduzione parziale e totale dell’opera in qualsiasi forma, tipografica, elettronica e digitale in Italia e nel mondo.
L’autore dell’opera vincitrice si obbliga a sottoscrivere un regolare contratto di edizione e qualsiasi documento utile alla corretta formalizzazione della cessione dei diritti di sfruttamento dell’opera.
8. ª
RESTITUZIONE DEI DATTILOSCRITTI
I dattiloscritti pervenuti non saranno restituiti agli autori non premiati e in nessun caso sarà possibile richiedere copia delle schede di lettura realizzate per la valutazione dell’opera.
Per quanto qui non espressamente previsto, il presente concorso letterario deve ritenersi disciplinato dalle norme del Codice Civile. Il concorso letterario, in particolare, non è soggetto alla disciplina del DPR 430/2001 relativo al regolamento concernente la disciplina dei concorsi e delle operazioni a premio, avendo ad oggetto la produzione di un’opera letteraria per la quale il conferimento del premio rappresenta un riconoscimento di merito personale e, di conseguenza, opera la fattispecie di esclusione di cui all’art. 6 comma 1 lettera a) del DPR 430/2001.
CONTATTI:
premio.neripozza@neripozza.it
MILIEU EDIZIONI 2014
Dalle tute blu di via Osoppo alle bande degli anni settanta,
la storia della mala milanese
dalla voce di un protagonista indiscusso di questa stagione.
Un viaggio nella memoria nera di una città,
indispensabile per capire il suo presente.
Arnaldo GESMUNDO
e Matteo SPERONI
Il ragazzo di via Padova - Vita avventurosa di Jess il bandito
“La lettura di questo libro credo sia bella e utile non solo per i “nostalgici” come me. Chi è più giovane scoprirà una Milano diversa, la Milano uscita dal fascismo, con tutte le sue ferite, la Milano povera e disperata del dopoguerra. Così lontana dalla Milano degli anni di piombo degli anni settanta o della Milano da bere degli anni ottanta.”
Dalla prefazione di Antonio Di Bella
Arnaldo Gesmundo, classe 1930, milanese di via Padova, è stato uno dei sette componenti del commando di rapinatori che il 27 febbraio 1958 a Milano assaltò un furgone portavalori in via Osoppo, un colpo passato alla storia come “la rapina del secolo”. Può essere considerato senza alcun dubbio il degno epigono italiano di Willie Sutton, il rapinatore di Brooklyn reso famoso da Pieno Giorno, il fortunato romanzo di J.R. Moehringer. Arnaldo, soprannominato dalla stampa, Jess il bandito, non ha vissuto solo quell’esperienza, la sua esistenza è impregnata di avventura e storia, 50 anni di cronaca italiana e di “etica criminale”.
Jess si racconta in questa biografia, scritta a quattro mani con Matteo Speroni, autore milanese da sempre attento alle storie provenienti dai quartieri più periferici e vivi della città, che ha anche arricchito il testo con considerazioni e approfondimenti storico sociali. Arnaldo, oggi un tranquillo pensionato, ricostruisce la sua vita come metafora di una generazione perduta, dalla Milano popolare degli anni bui del fascismo all’immediato secondo dopoguerra, con via Padova come paradigma sociale di quell’epoca e della città in continuo mutamento. La vita di strada, l’antica mala milanese, la violenza cruda della guerra, dal rito iniziatico della fuga giovanile a Marsiglia, altro luogo simbolo, alla voglia di rivalsa dei primi furti, fino agli spettacolari assalti alle fortezze del danaro, banche e furgoni portavalori, la sua specialità.
Una parte dell’opera ripercorre le terribili vicende di cui fu diretto protagonista nelle carceri di tutta Italia dagli anni del boom economico fino alle rivolte carcerarie degli anni ‘70, con analisi approfondite e mai banali, degne di un criminologo, senza fare sconti a nessuno, né a se stesso, tantomeno ai lettori.
Ad arricchire e impreziosire ulteriormente il libro un importante documento inedito: il carteggio tra Arnaldo Gesmundo e Franco Di Bella, storico capocronista del Corriere della Sera. Arnaldo Gesmundo è nato a Milano nel 1930, ha fatto parte della banda di via Osoppo, protagonista della rapina del secolo a Milano. Da allora è per tutti Jess il bandito. Da sempre appassionato di libri, ha lavorato in diverse biblioteche carcerarie. Memoria storica della mala milanese, è alla sua prima opera scritta.
Matteo Speroni (Milano, 1965) giornalista e scrittore, lavora al “Corriere della Sera” dal 1992. Nel 2010 ha pubblicato il romanzo I diavoli di via Padova (Cooper), che raccoglie ed elabora storie del quartiere più multietnico di Milano. Nel 2011 è uscito sempre per Cooper Brigate Nonni. È autore di spettacoli teatrali in forma di reading, realizzati insieme con il cantautore, musicista e compositore Folco Orselli.